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sabato 19 marzo 2011

grande napoli

IN EVIDENZA
Calcio: Napoli, ora i gol di Lavezzi
Solo una rete al San Paolo
19.03.2011 11:27   
Fonte: Corriere dello Sport
CASTELVOLTURNO - Il lampo nella notte, quel bagliore acce­cante che fulmina il Tardini è un avviso per i naviganti e per i dif­fidenti: e quel Pocho ch’è tornato sotto le personali spoglie, è lo scugnizzo di sempre, senza mac­chia e senza paura, che una ne fa e cento ne inventa nel suo giron­zolare per terre altrui.
Per l'argentino la "prima" in casa dopo la squalifica. Il Pocho ha segnato solo una rete tra le mura amiche, 5 mesi fa al Milan capolista. In compenso è andato a segno cinque volte in trasferta. Allarme Mazzarri: non ha diretto l'allenamento per una colica renale però domani sera con il Cagliari ci sarà

CALCIO: ULTIMI MINUTI PREMIANO LAZIO E NAPOLI, NON LA JUVE

 Roma, 19 dic. - Lazio e Napoli approfittano del passo falso del Milan, la Juventus no. L'ultima giornata del 2010 si decide in gran parte nei minuti di recupero e dimezza il distacco tra la capolista e le seconde, che si riducono da tre a due. Sono solo biancocelesti e azzurri a ottenere i tre punti, rispettivamente contro Udinese e Lecce, mentre la Juventus si ferma sull'1-1 a Verona contro il Chievo. Dietro il Milan (sconfitto ieri sera dalla Roma a San Siro) a 36 punti, si candidano per lo Scudetto Lazio e Napoli, che salgono a 33.
  Gli uomini di Reja nell'anticipo delle 12.30 all'Olimpico sudano sette camicie per avere la meglio sull'Udinese: finisce 3-2, con i biancocelesti due volte in vantaggio (con Hernanes e Biava) e due volte raggiunti (dai gol di Sanchez e Denis.
  Decisivo a due minuti dalla fine l'autogol di Zapata. Alla Lazio risponde il Napoli, che al "San Paolo" soffre contro il Lecce, rischia due volte di andare in svantaggio nella ripresa, ma al terzo minuto di recupero con una gemma di Cavani acciuffa i tre punti e si conferma letale nei minuti finali. La Juve a Verona contro il Chievo perde una grande occasione. Va in vantaggio con un gran gol di Quagliarella, dopo che Storari para un rigore a Marcolini. Nella ripresa per 40 minuti i bianconeri difendono il vantaggio in 10, dopo l'espulsione di Giandonato, sfiorano il raddoppio con Krasic ma nel finale subiscono l'1-1 di Pellissier. Bianconeri a quota 31, e vedono avvicinarsi la Roma, che con la vittoria di ieri sul Milan sale a 29. Non approfitta del pari della Juve il Palermo, che al "San Nicola" contro il Bari fanalino di coda va in vantaggio nel primo tempo con Ilicic, ma si fa raggiungere nella ripresa da un rigore di Masiello. A quota 23 l'Inter neo-campione del mondo che deve recuperare due partite. Vincendole andrebbe a 7 punti dal Milan, ma per i nerazzurri c'e' la grande incognita Benitez, dopo l'ultimatum lanciato ieri dal tecnico alla societa' sui rinforzi che servirebbero alla squadra. A 23 punti fanno compagnia all'Inter l'Udinese sconfitta dalla Lazio e la Sampdoria, che stasera affronta il Genoa nel derby della Lanterna. I rossoblu' sono a 21 punti e tenteranno il sorpasso ai danni dei cugini. A quota 21 anche il Catania, che fa valere il fattore campo nello scontro diretto contro il Brescia, imponendosi al "Massimino" per 1-0 (gol partita di Maxi Lopez), e il Chievo. A 20 punti il Cagliari che ieri ha perso a Cesena, mentre a 19 la Fiorentina ferma ai box (dovra' recuperare la gara con l'Inter) e il Parma, che nel derby emiliano pareggia 0-0 in casa contro il Bologna. I rossoblu' salgono a quota 17, seguiti dal Lecce e dal Brescia a 15 punti. I pugliesi perdono nel finale a Napoli, mentre i lombardi escono sconfitti da Catania. Con la vittoria di ieri il Cesena aggancia Lecce e Brescia, mentre e' ancora ultimo da solo il Bari, che almeno con il Palermo evita la terza sconfitta di fila e sale a 11 punti.

giovedì 17 marzo 2011

news giappone

Apocalisse a orologeria. incubo atomico: ora si teme per Tokyo

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tokio-terremoto1Roma, 16 mar - (di Ferruccio Sansa) Evacuare Tokyo. Nessuno lo dice ufficialmente, ma nei palazzi del governo giapponese si studiano i piani per organizzare l’esodo dalla più grande metropoli del mondo: 35 milioni di persone, un terzo degli abitanti dell’isola. Se, però, la fusione del combustibile nucleare di Fukushima portasse a un’esplosione, potrebbe non esserci più un posto sicuro in tutto il Giappone.

Ipotesi catastrofiche, è vero. Ma Gunther Oettinger, commissario europeo per l’Energia, si lascia scappare: “In Giappone si parla di apocalisse. Praticamente tutto è fuori controllo. Non escludo il peggio nelle ore e nei giorni che vengono”. Probabilmente la fiducia, esibita finora dal governo giapponese, serviva a evitare che il panico travolgesse il Paese, peggio dello tsunami. Adesso, però, diventa difficile tenere a freno l’allarme: ieri mattina a Tokyo i livelli di radioattività erano dieci volte superiori alla norma. Colpa del vento che soffiava da nord. Ma non solo: Fukushima I è fuori controllo. I reattori uno dopo l’altro rischiano la fusione. Sabato era toccato all’1, c’era stata un’esplosione, ma il nucleo era rimasto integro. Poi domenica il botto nel numero 3. Lunedì il 2 che preoccupa ancora oggi: le barre sono rimaste senza liquido di raffreddamento e c’è stato un principio di   fusione. Ma adesso anche i tre reattori che erano spenti al momento del terremoto rischiano il collasso: ieri ci sono stati un’esplosione e un incendio al 4. La colpa, anche stavolta, sarebbe dell’idrogeno. I reattori di Fukushima I hanno infatti in comune, a coppie, il sistema di scarico nell'atmosfera. L'acqua utilizzata per raffreddare il reattore 3 sarebbe entrata nel circuito del 4, producendo l’idrogeno che porta all'esplosione. Le fiamme non avrebbero intaccato il nucleo, ma la temperatura all’interno del 4 continua a salire. Pompare l’acqua all’interno pare impossibile. Resta una soluzione estrema, disperata: raffreddare il reattore gettando acqua da elicotteri anti-incendio. Soltanto nei reattori 5 e 6 i valori sono sotto controllo. Così come a Fukushima II, la centrale gemella distante 9 chilometri. In tutti e quattro i reattori la situazione è tornata nella norma. È stata raggiunta la condizione di spegnimento a freddo con la pressione interna al reattore pari a quella dell'atmosfera, e la temperatura dell'acqua inferiore a 100 gradi. Masashi Goto, l’ingegnere che ha tokio-terremotoprogettato Fukushima aveva previsto: “Martedì (cioè ieri, ndr) sarà la giornata decisiva”. Non è stato così. Se la situazione non precipiterà, la battaglia durerà settimane. Bisognerà soltanto vedere se la popolazione, che finora ha dato prova di tanto coraggio, reggerà a una prova difficile perfino da immaginare. Non c’è solo l’emergenza di Fukushima. C’è la terra che continua a tremare: ieri mentre in Giappone arrivava la notte resa buia dai blackout, alle 22,34 (ora di Tokyo) ecco una scossa del 6 grado della scala Richter. E di nuovo tutti in strada. Tutti a temere per le centrali.

Subito si è diffuso l’allarme per l’impianto Hamaoka di Omaezaki vicino all’epicentro. Il reattore ha retto, ma sull’isola le centrali sono 55, alcune ancora attive per evitare un totale blackout energetico. Intanto le stime delle vittime parlano ormai di undicimila tra morti e dispersi. Nel nord del Paese, esposte alle radiazioni, ci sono un milione di persone rimaste senza tetto. E novecentomila soccorritori che continuano a scavare in città cancellate dal fango. Ecco il Giappone di ieri, diviso tra le operazioni di soccorso, il desiderio di ricominciare (domani la Toyota riaprirà i battenti) e la comprensibile tentazione di scappare: “Ci sono rischi di contaminazione per la popolazione”, ammette il ministro degli Esteri, Takeaki Matsumoto. E all’aeroporto di Tokyo le prime compagnie cancellano i voli. Gli aerei che partono sono pieni. Si va al sud, a Osaka. La fuga da Tokyo sta cominciando.

I sacrificati di Fukushima. Cinquanta tecnici in lotta con la centrale

tokio-terremoto2“Noi restiamo nella centrale”. Sanno benissimo a che cosa vanno incontro: saranno contaminati dalle radiazioni. E poi ci sono le esplosioni che da un momento all’altro potrebbero spazzarli via. Però rimangono, a lottare contro i sei reattori impazziti. Sono i cinquanta tecnici della Tepco che si sono offerti di restare per scongiurare la fusione, la catastrofe per il Giappone. A Fukushima I lavorano ottocento operai. La gran parte è stata evacuata, ma la Tepco ha lanciato un appello ai tecnici: “Chiediamo a cinquanta di voi di restare”. E loro hanno fatto un passo avanti. No, non per una promozione, per un premio, perché è inutile nasconderselo: chi resta oggi a Fukushima non avrà il tempo di godersi niente. Chi resta lo fa dimenticando se stesso. Lo fa per la propria famiglia e il Giappone devastato. È un attimo, il tempo di scrivere il proprio nome sul registro della Tepco. E poi basta: una volta entrati a Fukushima I, tornare indietro è impossibile. Il corpo in poche ore assorbirà più radiazioni che in anni e anni. Come gli elicotteristi di Chernobyl: erano aviatori impegnati sul fronte afghano, ottennero di tornare in patria in cambio di questa missione. Scaricarono dal cielo tonnellate di cemento per coprire il nucleo. Ci riuscirono, ma dopo sofferenze atroci morirono tutti. I tecnici Tepco, però, hanno scelto liberamente. Potevano salvarsi. Inutile, però, ripensarci una volta superati i cancelli di Fukushima. Non serve guardare i contatori geiger appesi alla cintura con le lancette impazzite. E non c’è il tempo, dentro la centrale, per ascoltare gli ingegneri nucleari che dai comodi studi della televisione avvertono: “Il livello della radioattività rischia di uccidere in poche ore chi è rimasto a Fukushima I”.

tokio-terremoto3Ormai è un'altro mondo quello fuori, la campagna brulla intorno alla centrale sembra a portata di mano, ma è lontana una vita. I tecnici indossano tuta bianca e respiratore, ma più che per proteggersi lo fanno per la disciplina che non riescono a scrollarsi di dosso. Di fronte a una fusione a pochi passi, sono nudi. Così continuano la battaglia. Fino a ieri con loro c’erano i soldati e gli esperti americani. Adesso sono soli. Bisogna prima di tutto presidiare la sala controllo, anche se l’enorme pannello degli strumenti toglie la speranza: centinaia di spie accese, tutti i livelli fuori scala, nessuno ormai fa più caso agli allarmi. Sono tre giorni che la centrale scivola verso il disastro: sabato l’esplosione al reattore 1, domenica al reattore 3. Lunedì al 2: le barre di   uranio sono rimaste esposte, senz’acqua di raffreddamento, e la fusione è cominciata. Poi ecco un boato, il fumo che ha avvolto tutto e si è portato via la vita di sei persone, cinque soldati e un tecnico di trent’anni. Ma ormai tutti e sei i reattori (anche i tre già spenti al momento del terremoto) sono fuori controllo. È come una nave che affonda, ma l’equipaggio non l’abbandona.

"Bisogna pompare l’acqua nei reattori”, sono le istruzioni. Facile a dirsi, ma l’acqua non c’è più, evaporata, se la sono bevuta tutta le barre incandescenti. Non resta che il mare, ma le pompe e i motori sono fuori uso, ridotti a un groviglio. Nei corridoi della centrale deserta risuonano voci, un’altalena di speranze e terrore: “Le barre del 2 sono scoperte, c’è rischio di fusione”. Ma i tecnici ci provano, rubano ogni litro disponibile: “Abbiamo riportato trenta centimetri d’acqua”. L’illusione dura un attimo: “Il liquido è evaporato, la fusione è cominciata”. Ma i cinquanta tecnici restano. Le famiglie da lontano possono solo guardare le immagini alla televisione. I teleobiettivi inquadrano quei puntini bianchi che si muovono senza sosta tra i reattori.

“Centrali sicure come in Giappone” l’imbarazzo della lobby nuclearista italiana
Dietro le dichiarazioni di facciata si prepara la ritirata (di Giorgio Meletti)

Per capire l’imbarazzo della lobby nuclearista italiana basta leggere  a pagina 20 dello studio intitolato “Il nucleare per l’economia, l’ambiente e lo sviluppo”, pubblicato sei mesi fa dall’Enel: “I moderni criteri di progettazione e le procedura di sicurezza adottate consentono alle centrali nucleari di resistere perfettamente a situazioni estreme, quali calamità naturali, come dimostra il caso del Giappone, uno dei Paesi a maggior rischio sismico”. Lo studio, commissionato a The European House-Ambrosetti, doveva rappresentare la summa del nostro sapere in materia nucleare, e voleva essere il primo passo per costruire consenso attorno al Rinascimento nucleare lanciato dal governo Berlusconi con la costruzione di otto nuove centrali atomiche.

La ricerca è stata coordinata da un Comitato guida così composto: Faith Birol, capo economista dell’Agenzia internazionale per l’Energia, Gianluca Comin, direttore delle relazioni esterne dell’Enel, Bruno D’Onghia, responsabile per l’Italia dell’Edf (il gigante elettrico-nucleare pubblico francese), Sergio Garribba, consigliere del ministro dello Sviluppo economico, Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera (Pdl), Carlo Rossella, presidente della Medusa Film (gruppo Fininvest), l’economista Nicola Rossi e l’oncologo Umberto Veronesi, in seguito nominato presidente dell’Agenzia per la sicurezza nucleare.

Veronesi ha dimostrato la sua equanimità dichiarando solo una settimana fa: “Senza nucleare l’Italia muore”.

Se dunque le centrali giapponesi, con tecnologia di 40 anni fa, hanno finora resistito a terremoti come quello di Kobe del 1995 (7,2 Richter), ed erano quindi stimate resistenti fino al grado 7,75 Richter, un terremoto di grado 8,9 con tsunami conseguente fa saltare tutti i calcoli. Come quelli per cui i nostri esperti hanno messo nero su bianco che le nuove centrali italiane avrebbero una probabilità di incidente catastrofico ogni cento milioni di anni (testuale).

La parola d’ordine del governo è sempre la stessa: “Si va avanti”. Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani ha detto ieri di volersi rimettere a un coordinamento europeo sul tema della sicurezza, invitando a non farsi prendere dall’emotività.

Il problema è che mentre la Francia di Nicolas Sarkozy ha detto che andrà avanti senza problemi con le sue decine di centrali, alcune molto vecchie, il cancelliere tedesco Angela Merkel si è rimangiata la recente decisione di allungare la vita produttiva delle centrali più vecchie.

Una mossa che getta nello scompiglio i lobbisti dell’atomo: la Merkel aveva deciso su dati errati o ha cambiato idea su base irrazionale? Qualsiasi risposta mette in crisi i dogmi del nucleare sicuro.

E infatti, complice la scarsa voglia di Berlusconi di mettersi nei guai con un referendum nucleare che rischia di far da traino a quello sulla giustizia, quelli che contano stanno già preparando la frenata.

Ieri il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha diffuso una nota dal tono diverso: “A noi sta a cuore l'indipendenza energetica dell'Italia, ma prima e di più sta a cuore la salute e la sicurezza dei cittadini e non sarà mai assunta alcuna decisione che la possa metterle a rischio”. Nel frattempo c’è da segnalare un berlusconiano “malpancista”, il deputato Fabio Rampelli, che ha chiesto al governo di abbandonare la strada nucleare e comunque di lasciare agli elettori Pdl la libertà di scelta al referendum. Mentre il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia ha insistito ieri sulla linea “no all’emotività” e “andiamo avanti con il nucleare”.

Apparentemente la stessa posizione l’ha mantenuta il numero uno dell’Enel Fulvio Conti. Anche lui ha detto, parlando a Londra dove ha presentato il brillante bilancio 2010, che non dobbiamo “reagire in maniera emotiva”, e che l’unico problema che si pone adesso è “aspettare e analizzare” quanto sta accedendo in Giappone, per poi lavorare ulteriormente sulla sicurezza delle centrali.

E’ improbabile che l’Enel punti ad aumentare la sicurezza passando dalla probabilità di un incidente ogni cento milioni di anni a quella di un incidente ogni miliardo di anni. Più realisticamente Conti sta già allungando i tempi. Ha detto che rinunciare al nucleare sarebbe un grave danno per l’Italia (ma non per l’Enel) e ha annunciato che nel piano industriale 2011-2015 “sono previsti 300-400 (a fronte di 20 miliardi totali del piano nucleare, ndr) milioni di investimenti per preparare le procedure di autorizzazioni per arrivare entro il 2015 ad un progetto definitivamente approvato e cantierabile”.

Traduzione: il sogno di Berlusconi e Scajola, cantieri aperti entro la legislatura (primavera 2013) è già rinviato di almeno due anni e mezzo. Già nei mesi scorsi segnali simili a un “rompete le righe” erano arrivati dal governo. Conti sta concretamente tirando il freno. Ma l’ordine di servizio non è ancora arrivato ai lobbisti, che continuano imperterriti la loro propaganda del “tutto va bene”. (Il Fatto Quotidiano)

mercoledì 16 marzo 2011

grande napoli

http://municipalita2napoli.blogspot.com/Calcio: Napoli, sette azzurri convocati in Nazionale
16.03.2011 15:42 di Napoli Magazine  
Sei azzurri convocati in Nazionale. Il Pocho Lavezzi e Josè Sosa sono stati inseriti nella lista del CT Batista per la doppia amichevole dell'Argentina con gli Usa il 26 marzo (in New Jersey) e con la Costarica il 29 marzo (a San Josè de Costa).
Cavani e Gargano sono stati convocati per la doppia amichevole della Celeste di Tabarez: Estonia-Uruguay del 25 marzo (a Tallin) ed Irlanda-Uruguay del 29 marzo (a Dublino)
Hassan Yebda giocherà il preliminare della Coppa d'Africa 2012 Algeria-Marocco il 27 marzo (ad Algeri)
Marek Hamsik parteciperà alla doppia amichevole Andorra-Slovacchia del 26 marzo (ad Andorra) e Slovacchia-Danimarca del 29 marzo (a Trnava).
Infine Zuniga sarà di scena nella doppia amichevole della Colombia con l'Ecuador il 26 marzo (a Madrid) e con il Cile il 29 marzo (a La Haya).

: Skeleton Key. film

: Skeleton Key bel film lo puoi scaricare qui http://www.megaupload.com/?d=11TSNQCG

il nostro passato glorioso

al Sud niente da festeggiare
 

 
CONTROCELEBRAZIONI-150 ANNI DELL’ITALIA UNITA
TRE EVENTI PER URLARE NO A 150 ANNI DI BUGIE
PER DIRE BASTA ALLA COLONIZZAZIONE DEL SUD ITALIA
 LA VERITA’ CONTRO LA RETORICA

Mercoledì 16 marzo, ore 17.00
 Piazza e Chiesa di San Ferdinando, Napoli,
VEGLIA DELLA VERITA’ STORICA:
RADUNO con una Bandiera storica a lutto ed un cero acceso
MEMENTO per i caduti  - lettura/preghiera simbolica dei nomi dei soldati, dei briganti e degli emigranti
ONORE ALLA MEMORIA  - Largo di Palazzo: Deposizione CORONA  di fiori per coloro che hanno dato la vita per il SUD ITALIA.
 segue locandina eventi

va sempre peggio

Qualità della vita, Napoli all'ultimo posto nella classifica de Il Sole 24 Ore

La città non sfugge alla morsa dell'inflazione, la situazione lavorativa è grave e i fallimenti di imprese sono oltre il doppio della media nazionale. Bocciatura anche nel settore sicurezza

di Redazione - 06/12/2010
napoli_9Èarrivata puntuale anche quest’anno la tradizionale classifica della "Qualità della vita" nelle città italiane stilata da Il Sole 24 Ore. Il dossier misura da oltre vent’anni la vivibilità delle 107 province italiane attraverso una serie di dati statistici elaborati in 36 classifiche.
I risultati? Bolzano e Trento guidano la pagella finale dell’edizione 2010 mentre Napoli, per la prima volta, finisce in coda. Ultimo posto su ben due fronti economici: la città infatti non sfugge alla morsa dell'inflazione (oltre il 2 per cento), la casa ''costa'' (3.700 euro al metro quadro), la situazione lavorativa è grave (i giovani tra 24 e i 34 anni occupati sono il 41 per cento contro una media del 68 per cento), i fallimenti di imprese sono oltre il doppio della media nazionale.
Napoli è stata bocciata anche nel settore sicurezza con record negativi in tutti gli indicatori, salvo i furti in casa. Situazione difficile inoltre nel tempo libero e nella popolazione: oltre 2.600 abitanti per kmq e una presenza di immigrati regolari intorno al 2 per cento della popolazione (contro il 7 per cento a livello nazionale).

possiamo farcela a rendere i nostri quartieri migliori

sono abbruzzese tramontin salvatore prossimo candidato consigliere alla municipalita 2 napoli ,ho fatto questa scelta perchè ormai i nostri quartieri sono diventati invivibili e sporchi ,fra immondizie parcheggi selvaggi e altro non se ne puo piu ,ma se voi mi date una mano possiamo farcela tutti insieme perchè meritiamo un quartiere migliore ,i politici vivono nel lusso e di noi non se ne frega nessuno quindi ci dobbiamo unire insieme riusciremo sicuramente a farcela.....